Il primo passo per raggiungere la salute articolare è permettere alle componenti anatomiche di muoversi libere nello spazio circostante.
Questa frase che hai appena letto è la definizione stessa di mobilità e l’insieme di questi esercizi prende il nome di stretching.
Ti senti libero di estenderti con la schiena indietro?
O di toccare a terra con le mani e le ginocchia estese?
Oppure di toccarti fra le scapole contemporaneamente con le mani?
Se non hai risposto: “certo!” a tutte le domande hai un deficit di mobilità.
Ti dirò come correggerlo.
Da cosa dipende la mobilità?
- dalle strutture ossee e legamentose;
- dalle strutture muscolo nervose;
Questa divisione che ho elaborato è sulla base della funzionalità di un’articolazione.
La prima componente elencata è purtroppo poco modificabile. Per esempio una testa omerale artrosica ha modificato irreparabilmente la sua forma anatomica e le strutture passiva che l’avvolgono, che sono i legamenti, si adattano a questo cambiamento perdendo la loro elasticità o aumentandola. Di conseguenza lo spazio di movimento articolare si riduce e solo la chirurgia è in grado d’intervenire, ma senza illusioni, non è questa la metodica per combattere l’artrosi. Questo perché non esiste una sua cura. La modificazione ossea artrosica non è soltanto una conseguenza della tarda età, ma può sopraggiungere anche in gioventù. La risonanza della mia spalla all’età di 20 anni già mostrava dei segni precoci di artrosi.
Da cosa dipende questa modificazione?
Sicuramente ci sono delle competenti genetiche e alimentari, ma ciò che è ben più importante è l’utilizzo delle articolazioni a determinare la loro salute. Lo stile di vita che attui, inteso come il tipo di sport che pratichi o il lavoro che quotidianamente svolgi, sono le cause del tuo stato di salute. Viene da sé che la pesistica olimpica causerà un certo tipo di artrosi, mentre il calcio altre, poiché sono diverse le strutture motorie coinvolte e sono utilizzate con intensità diverse. Per tanto la prevenzione, intesa finalizzata al mantenimento di una mobilità funzionale, è la miglior strategia possibile (finché non inventeranno i trapianti di cartilagine) per mantenere in mobilità le tue articolazioni. Nel mio caso sono nato con un tipo d’instabilità di spalla multidirezionale abbastanza rara (con una frequenza del 5%) che mi ha costretto ad usare la spalla in maniera non fisiologica e ne ha causato l’usura prima del tempo. Con gli anni, questa artrosi si tradurrà paradossalmente in una maggiore stabilità a seguito della limitazione della mobilità, che invece al momento della nascita era superiore alla media.
La Natura nella sua perfezione ha pensato proprio a tutto.
Ovviamente mi sto impegnando a lavorare sulla stabilità muscolare.
La seconda componente è quella muscolo nervosa che consente all’atleta, invece, totale libertà d’azione. Esistono due riflessi anatomici che determinano (in assenza di modificazioni ossee prima dette) la mobilità, e sono:
- il riflesso miotatico da stiramento;
- il riflesso miotatico inverso.
Il riflesso miotatico da stiramento è innescato dal brusco allungamento muscolare, sia volontario che involontario, e causa una contrazione immediata della fibra muscolare per proteggerla da una possibile lesione. Pertanto, nel momento in cui facciamo stretching per i flessori del ginocchio esso si attiva e ci impedisce di allungare quei muscoli bersaglio ed aumentare di conseguenza la mobilità.
Il riflesso miotatico inverso si attiva nel momento in cui c’è un eccessivo accorciamento del muscolo che verrà rilasciato immediatamente. Anche questo è un altro sistema di difesa dell’organismo. Basti pensare che se fletti attivamente il gomito si attiva il bicipite ma se forzi passivamente questo movimento con l’altra mano si disattiverà il bicipite per evitare una compressione articolare pericolosa.
Il sistema nervoso centrale (snc) funziona per proteggerci a prescindere. Sta a noi modificarlo secondo le nostre esigenze. Uno stimolo continuo nel tempo, costante d’intensità e l’aumento progressivo della frequenza sono il modo per abituare il snc a non percepire quel movimento come lesivo per l’incolumità fisica.
Se sei curioso di approfondire quello che la scienza ha dimostrato in ambito di mobilità, leggi questo articolo sullo stretching.
Dr. Michele Castellano Vitaterna