Il recupero e la prevenzione degli infortuni della spalla comincia con la sua mobilizzazione. Ed è solo l’inizio.
Ogni processo produttivo che si rispetti prevede delle fasi operative. Il recupero articolare non fa eccezione.
E’ chiaro che l’obiettivo di tutti è essere liberi dal dolore ed in grado di praticare l’attività che più desideriamo. E come tutte le ambizioni si raggiungono con piccole conquiste. Per tanto, la vera domanda è: in quale momento del mio percorso mi trovo?
Quest’oggi parleremo della mobilità della spalla
In che situazione c’è bisogno di recuperare la mobilità della spalla?
Quando essa non soddisfa i gradi richiesti dalla biomeccanica, nel dettaglio:
E’ chiaro quindi che il primo passo è “sbloccare” questa articolazione e questo avverrà non solo lavorando sulla mobilizzazione della stessa, ma su tutta la catena motoria corrispondente. Questo significa che gli esercizi che propongo non reclutano soltanto il complesso spalla, bensì tutto il sistema motorio. Poiché ogni nostra articolazione è connessa alle altre in maniera funzionale. Questo significa che non ci può essere una stabilità di spalla se il complesso muscolare addominale e lombare non è in grado di garantire una buona stabilità. Così come se il cingolo coxo femorale non è funzionale ad accomodare i movimenti superiori, non ci sarà un movimento senza dolore o infortuni.
Tra i tanti esercizi che propongo ci sono quelli del video seguente dove mostro:
- mobilità scapolo omerale con compenso di tutta la colonna
- mobilità selettiva scapolo omerale
- mobilità del compartimento scapolo dorsale
- mobilità della gleneno omerale e della scapolo toracica da in piedi
La difficoltà di questi è crescente sia come posizione, da decubito laterale ad in piedi, che come distretti reclutati, da un movimento globale ad un movimento selettivo.
La mobilità è un tassello del mosaico chiamato salute, ed è essa è un’immagine che appare rispondente solo quando è completa.