Non sei il tuo esito radiologico #1di2

A volte il risultato degli esami radiologici può essere fuorviante per il recupero dal dolore.

 La relazione tra il proprio corpo ed il dolore è da sempre un tema delicato. In questo articolo il mio obiettivo sarà quello di incitare il paziente al movimento razionale, e ad avere fiducia nel proprio recupero. Alla fine dell’articolo guarda il video-riassunto di questo argomento.

Quando si ha a che fare con il proprio corpo ed il proprio dolore l’ansia sembra avere sempre la meglio

su di noi. Ecco perché quando il professionista sanitario comunica i risultati di una risonanza magnetica nucleare (RMN) o di altre indagini radiologiche è molto facile cadere in preda al panico.

Sembra che il mondo si fermi e che la testa non riesca a
pensare ad altro. Ti attanaglia un’impaziente fretta di scoprire quale sia la causa del tuo mal di schiena.

Una volta arrivati in clinica, ecco saltare fuori tutta una carrellata di paroloni e termini tecnici, specifici ed incomprensibili, difficili perfino da pronunciare. È come se si ti sentissi una frattura dentro. Ecco, voglio dirti proprio il contrario: non c’è nulla di rotto dentro di te. 

Spesso i risultati delle indagini non sono rilevanti, né utili a riportarti ad una piena e completa funzionalitàà. Può, inoltre, capitare che gli esiti delle indagini radiologiche possano addirittura risultare fuorvianti per il recupero dal dolore. Conoscere e visualizzare le immagini dei propri esami radiologici significa solo acquisire una maggior consapevolezza circa il programma di recupero che è costituito dagli stessi capi saldi: esercizi terapeutici e terapia manuale.

Pertanto è importante capire che il riposo non è sempre la migliore medicina, l’unica in grado di guarire tutto. L’acquisizione di questa prima consapevolezza costituisce un primo e fondamentale passo verso il recupero.  

“Il corpo umano: una macchina straordinaria”

  Una delle più sorprendenti caratteristiche del nostro corpo è l’innata capacità di auto-guarigione. Non a caso, esso è una macchina straordinaria. Il suo funzionamento risulta davvero incredibile, sotto tutti i punti di vista. Non è soltanto questo a renderlo eccezionale, ma anche il suo alto grado di variabilità da persona a persona. Potremmo fare diversi esempi a tal proposito. 

Non tutti sanno che il nervo sciatico, in alcune persone, decorre sopra il muscolo piriforme, mentre in altre è collocato al di sotto dello stesso muscolo e in altri ancora passa al suo interno. Uno studio1 sui cadaveri ha dimostrato che in alcune persone il latissimus dorsi può avere un’inserzione che differisce da quello in cui solitamente avviene. E per quanto riguarda la colonna vertebrale, sicuramente avrai notato che alcune persone hanno delle curve più accentuate, altre hanno la scoliosi e altri ancora potrebbero addirittura avere una vertebra in più. A tal proposito, uno studio2 recentissimo ha dimostrato come tantissime persone posseggono in maniera inconsapevole ed asintomatica una vertebra dorsale di meno ed una lombare di più: potresti avere anche tu questa caratteristica!

Molte persone presentano una degenerazione del disco intervertebrale o malformazioni vertebrali e molte di queste godono di ottima di salute, anzi spesso neanche sono a conoscenza di avere queste condizioni. Si potrebbe continuare all’infinito, ma ciò che conta è che la nostra anatomia non è né perfetta né uniforme, e ciò non significa assolutamente che ci sia qualcosa di sbagliato. Questo perciò non deve essere fonte di preoccupazione o di dolore, come spesso accade per alcuni dei miei pazienti; se una radiografia, una TAC o una RMN mostrano “un’anomalia” non significa necessariamente essere malati o dover correggere qualcosa. Per molte persone “un’anomalia” scoperta costituisce semplicemente “la normalità” con cui hanno da sempre convissuto, o alla quale si sono adattati. È importante e necessario scrollarsi di dosso la costante ed affannosa preoccupazione di “una normalità standard”, che non ha ragione di esistere, proprio in virtù della straordinaria variabilità dell’anatomia del corpo da persona a persona. 

Tuttavia è necessario comprendere che a meno che la situazione non sia così grave, al punto che la chirurgia risulti l’unica opzione praticabile, (e questo risulta estremamente raro) il trattamento segue il medesimo percorso, come detto sopra.

A dire il vero, le immagini radiologiche non sono così significative nel determinare il problema in questione e né sono la reale causa del dolore. 

“Ad essere significativi sono i sintomi che la persona avverte ed i segni dei test clinici: schemi motori, mobilità, forza, funzione nervosa”

Cosa dice la ricerca 

Nell’articolo seguente raccolgo le ricerche grazie alle quali risulta chiaro che: i segni di degenerazione sono presenti in percentuali molto alte nelle persone sane, senza alcun sintomo e sono probabilmente dovute al normale invecchiamento e non sono associate a dolore. Ancora una volta, abbiamo la dimostrazione del fatto che la valutazione della persona in toto è molto più importante della sola visione delle immagini radiologiche.
Quindi non importa quali immagini riscontriamo perché: 

“Tratto la persona, non la RMN”

Al contrario, spesso si innesca un processo psicologico particolare nelle persone che, dopo aver visualizzato questi risultati, collegano automaticamente il loro dolore alle “anomalie”. 

Ad esempio, il personale sanitario non dovrebbe guardare gli esiti dell’imaging prima di esaminare i pazienti, proprio perché gli esiti radiografici potrebbero influenzare il risultato dei test clinici che si apprestano a compiere.  

Definita la diagnosi, se la situazione non è così grave da richiedere l’intervento della chirurgia, il trattamento segue sempre lo stesso iter: eliminazione dei sintomi sgradevoli (dolore, bruciore, indolenzimento ecc.), esercizi, ripristino della piena funzionalità e prevenzione delle recidive future.

Il sollievo dal dolore per uno qualsiasi di questi problemi potrebbe includere qualsiasi tecnica manuale. Gli esercizi per tutti questi problemi includeranno la stabilizzazione articolare e la forza generale. 

L’obiettivo fondamentale è quello di ripristinare la funzionalità. Fare ciò significa riportare le persone a vivere a pieno, dal punto di vista fisico, la loro vita quotidiana e a riconquistare l’indipendenza motoria.

Ecco spiegata l’importanza della prevenzione: prevenire le recidive future significa correggere eventuali squilibri e mantenere una buona mobilità e stabilità.

Conclusioni

Se hai subito un infortunio alla schiena non spaventarti quando vedi i risultati della RMN. Quello che devi fare invece è tenere ben presente questo concetto: il processo di recupero è sempre lo stesso.

Esso è costituito di terapia manuale ed esercizi. 

Forse le “anomalie” riscontrate sono la tua normalità, forse non hanno niente a che fare con il tuo dolore. Indipendentemente dal fatto che lo facciano o meno, starai comunque bene. Anche se in rari casi dovesse servire la chirurgia.

Bibliografia:

  1. Clin Anat. 2005 Oct;18(7):493-9.
    Significance of the latissimus dorsi for shoulder instability. I. Variations in its anatomy around the humerus and scapula.
    Pouliart N1, Gagey O.
  2. J Orthop Surg Res. 2018 May 23;13(1):124.
    Rate of presence of 11 thoracic vertebrae and 6 lumbar vertebrae in asymptomatic Chinese adult volunteers.
    Yan YZ1, Li QP2, Wu CC1, Pan XX1, Shao ZX1, Chen SQ2, Wang K1, Chen XB1, Wang XY3.
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